Daddai

Daddai – la Cestinaia di Sinnai

(Collezione Acquerelli-Pezzo Unico-dipinto su carta fine art grana fine 300 gr. incorniciato)

Daddai, con il suo “Muncadori Mannu” che le incornicia il volto  (ampio fazzoletto che avvolge la testa e appuntato a “Su Tùturu”che raccoglie i capelli) lavora con dedizione alla creazione dei suoi bellissimi cesti per il corredo nunziale.

Daddai è dedicata alle donne di Sinnai che portano avanti con maestria una tradizione antica, la lavorazione dei cesti. La tradizione della cesteria Sinnaese perdura ancora grazie alle sapienti mani di donne che lavorano e creano ogni giorno opere preziose di tradizione sarda.

Fin dai tempi antichi, si parla del periodo preistorico( bronzetti riproducono cesti con decorazioni a cordoni concentrici sovrapposti, che simulano la tessitura del giunco e dell’asfodelo), era considerata una delle attività principali, la donna reperiva il materiale utile inizialmente essicandolo, dividendolo a listelli e pulendolo .

Il cestino sardo nasce da una spirale iniziale che verrà coperta da “S’Impanna” (broccato o panno di lana rosso o nero ) che costituirà il fulcro e il centro del cesto.

Diversi sono i cesti della tradizione Sinnaese ,che si differenziano da altri paesi per forma dimensione(Canisteddus-Pallinedas-Crobis-Crobedas) e materiale ossia fieno e giunco.

La forma della Corbula(cesto-canestro) richiama  la fertilità e la prosperità: le qualità della donna generatrice di vita. Il cesto rappresenta la funzione femminile di contenere e mantenere la vita, di proteggere e nutrire.

In Sardegna le Corbule erano parte irrinunciabile del corredo nuziale perché essenziali nella preparazione dei pani e utilizzate per misurare gli alimenti. La dote era composta di tre canestri e tre corbule, chiamate dalla più grande alla più piccola sa crobe manna, sa crobe e sa crobischedda. Lavorate sapientemente e arricchite con decori diversi in base alla zona, le corbule venivano utilizzate per trasportare il pane e il grano ma avevano anche una funzione estetica.