Ilalà- La Torronaia (Acquerello)

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Ilalà -la Torronaia
(Collezione Acquerelli-Pezzo Unico-dipinto su carta fine art grana fine 300 gr. incorniciato)

Se c’è qualcosa che accomuna ogni festa patronale sarda è l’immancabile presenza delle bancarelle che vendono il bianco torrone.
Il torrone lo preparavano solitamente le donne dentro un grande paiolo in rame, “su gheddargiu” ,per il fuoco di usava solo “is orruos ‘e alasi”, i rami secchi di agrifoglio, che accendevano facilmente, tenevano la fiamma e non facevano fumo; bisognava mescolare con forza di braccia con “Sa Mòriga” , un bastone di erica o corbezzolo, il miele e l’albume, versati in tempi diversi nel paiolo di rame. ll miele veniva versato per primo e lasciato sciogliere, in seguito vi era l’aggiunta degli albumi montati a neve e, a fuoco spento, si faceva girare “Sa Mòriga” per circa mezz’ora, prima di riaccendere il fuoco e riprendere a mescolare per altre due ore e mezzo, dopodiché veniva versato del succo di limone e in seguito la frutta secca.
Le venditrici del torrone tonarese fanno la loro prima comparsa in un testo scritto nel 1880 ad opera di V.S. Guarniero.

Nel descrivere la festa dei Martiri di Fonni, parla di donne di “Tonara, vestite di due grembiali che si intorniano alla vita, coi torroni, specialità del loro villaggio alpestre”. Comincia così il periodo della compresenza nelle fiere e nelle sagre isolane del torrone di Tonara.
Ilalà deve il suo nome a un piccolo borgo del fondovalle Tonarese che tra gli anni ’30 e ’40, viene abbandonato e dimenticato, solo una fontana ne mantiene il nome e la memoria oltre la chiesetta di San Sebastiano che si sveglia per la sagra annuale della prima domenica di luglio.
Mentre i borghi di Arasulè  Toneri, Teliseri daranno definitivamente vita al paese di Tonara.

Esaurito

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Peso 0.900 kg
Dimensioni 38 × 33 × 0.5 cm
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